ROMA. Con il voto odierno, l’Europa chiude il fascicolo della riforma della PAC, probabilmente la più contestata e controversa da quando la Politica Agricola Comune è diventata uno dei pilastri del processo di unificazione europea, nel lontano 1957. L’impianto dei regolamenti approvati è rimasto quello voluto dalla Commissione Junker nel 2018. Sostanzialmente fallito, invece, il tentativo della Commissione a guida von der Leyen (e in particolare del commissario Timmermans) di modificarne l’impianto, rafforzando il perseguimento degli obbiettivi del Green Deal e riducendo gli aspetti di distribuzione iniqua degli aiuti. Ancora oggi, dell’80% degli aiuti beneficiano il 20% degli agricoltori, senza sostenere adeguatamente le aree interne né le piccole aziende agricole. Il giusto tentativo di inserire nella riforma l’obbligo di aderire agli obiettivi delle strategie Farm to fork e Biodiversità, si è scontrato con un voto parlamentare evidentemente orientato a mantenere una PAC tesa a garantire il precedente regime di distribuzione dei sussidi, in cambio di contropartite ambientali e sociali giudicate insufficienti da un ampio arco di organizzazioni e movimenti – in Italia riuniti dalla coalizione Cambiamo agricoltura – che, per la prima volta nella lunga storia della PAC, hanno preso parola e invaso le piazze di Bruxelles per chiedere una profonda revisione di una politica che amministra oltre un terzo del portafoglio finanziario dell’UE.
L’elemento più distintivo della riforma PAC, che entrerà in vigore dal 2023, è il forte trasferimento di responsabilità agli Stati membri, i quali già da due anni – tranne l’Italia, in forte ritardo – sono impegnati nella definizione dei Piani Strategici Nazionali (PSN) che consentiranno la gestione dell’intero blocco finanziario della PAC e non più, come ora, la sola gestione dei fondi dello Sviluppo Rurale. I PSN dovranno definire misure, azioni e priorità, attingendo da un ampio menù predisposto dalla Commissione Europea.
“L’Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non perda l’opportunità di sviluppare un Piano Strategico per una PAC all’altezza del Green Deal europeo. Chiediamo ai ministri Patuanelli e Cingolani, coinvolti nella definizione del PSN per l’agricoltura italiana fino al 2027, di raccogliere la sfida epocale di traghettare l’agricoltura italiana verso la transizione ecologica, considerando gli immensi benefici che deriverebbero dal raggiungimento degli obiettivi delle strategie in materia di difesa della biodiversità in agricoltura, alimentazione sostenibile e lotta al cambiamento climatico. La transizione ecologica – conclude – è un’opportunità irripetibile per l’agroalimentare italiano, ma richiede una profonda ristrutturazione di molte filiere, a partire da quella zootecnica, disincentivando i metodi intensivi e premiando le pratiche virtuose”.
“Gli obiettivi delle strategie Farm to Fork e Biodiversità – aggiunge Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – prevedono il dimezzamento dell’impiego di pesticidi e dell’inquinamento causato da fertilizzanti sintetici, il dimezzamento degli antibiotici negli allevamenti, il 10% del territorio agricolo recuperato nella sua funzione ecologica e paesaggistica, il 25% di superficie agricola convertita a biologico. Sono obiettivi molto impegnativi e sfidanti, il cui raggiungimento però consentirebbe al nostro settore primario di presentarsi come eccellenza anche sotto il profilo della qualità delle produzioni, notoriamente proiettate sul mercato internazionale. Le risorse della PAC rendono possibile avviare la transizione, limitando i rischi e massimizzando i vantaggi per le imprese, non sprechiamo questa occasione”.
L’associazione ambientalista il prossimo giovedì dalle ore 9.30 tornerà sul tema per un approfondimento specifico con il forum “Agroecologia circolare – Il cibo nell’era della transizione ecologica, giusta e solidale”. Parteciperanno rappresentanti istituzionali, imprese che si sono avviate sulla strada della transizione ecologica, rappresentanti delle organizzazioni di categoria e del terzo settore. Al centro della discussione e del confronto, la sostenibilità delle filiere agroalimentari, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità, l’etica e la legalità del comparto agricolo. A conclusione della giornata, una tavola rotonda sui temi del Green Deal europeo e della PAC. I lavori saranno trasmessi su agricoltura.legambiente.it e su lanuovaecologia.it. (LEGAMBIENTE 23.11.2021)
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