Economia

Pensioni d’invalidità, stop ai pagamenti: ecco chi la perde e quando

La pensione d’invalidità non è per sempre: ci sono casi, infatti, in cui l’assegno che l’Inps riconosce a coloro che hanno una capacità lavorativa ridotta e si trovano in uno stato di bisogno economico si perde.

Sono diverse le circostanze che comportano lo stop della pensione d’invalidità, di recente oggetto della sentenza n. 3011/2023 della Corte di Cassazione con la quale è stato ricordato che il diritto tale strumento di sostegno al reddito non può andare oltre al compimento dell’età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia (oggi pari a 67 anni).

Ma la pensione d’invalidità non si perde solamente al compimento dei 67 anni – quando, come vedremo di seguito, si trasforma in un’altra prestazione – ma anche laddove ne vengano meno i requisiti – sia fisici che economici – oppure quando non si rispetta l’obbligo di dichiarare annualmente la propria situazione economica.

A tal proposito, ecco tutte le informazioni su quando si perde la pensione d’invalidità e su chi deve temere uno stop improvviso dei pagamenti.

  • Inizio attività lavorativa

l’Inps  ha ritenuto che lo svolgimento dell’attività lavorativa, a prescindere dalla misura del guadagno percepito, preclude il diritto al beneficio. Quindi, chi intraprende qualsiasi attività lavorativa, indipendentemente dal reddito, dovrà quindi mettere in conto che verrà meno il diritto alla pensione d’invalidità.

  • Mancanza dei requisiti fisici

Ovviamente perdono il diritto alla pensione coloro che, a seguito di un nuovo accertamento Inps, perdono lo stato d’invalidità, come pure coloro che vedono la loro percentuale scendere al di sotto del minimo previsto per aver diritto all’assegno (74%). Anche non presentarsi a una visita medica di revisione dell’invalidità – laddove prevista – può comportare la perdita dell’assegno.

  • Mancanza dei requisiti economici

Anche la perdita del requisito economico può comportare la revoca della pensione d’invalidità. Nel dettaglio, il limite da non superare nel 2023 è pari a:

  • 5.391,88 euro per l’assegno spettante agli invalidi con percentuale tra il 74% e il 99%;
  • 17.920,00 euro per l’assegno spettante agli invalidi al 100%.

Superando questo limite, quindi, il diritto alla pensione si perde. Vale lo stesso per chi non presenta dichiarazione dei redditi – con modello 730 o modello Redditi Pf – o comunque non si avvale del modello Red.

Sarà l’Inps a richiedere le informazioni necessarie inviando agli interessati un preavviso di sospensione (per mezzo di raccomandata A/R) con il quale si invitano a presentare domanda di ricostituzione reddituale entro i successivi 60 giorni. In caso contrario la pensione d’invalidità verrà prima sospesa, dopodiché – decorsi 120 giorni dalla sospensione – la prestazione viene proprio revocata.

Redazione

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