Fondi Europei, BCE e il rilascio del Quantitative Easing
6 Maggio 2020Fondi Europei, BCE e il rilascio del Quantitative Easing
La Corte costituzionale tedesca ipoteca il quantitative easing. Con una sentenza che può avere grosse conseguenze su come l’Europa uscirà dalla crisi del coronavirus. gestendo la quantità di debito lasciata sul campo.
Il nodo da sciogliere resta sempre lo stesso: se la Bce sia qui per “chiudere gli spread” o no.
Il Consiglio direttivo, convocato appositamente , “prende nota” della decisione dei giudici ma è fermo: la Bce “rimane impegnata a fare qualunque cosa necessaria, nel suo mandato”, e ricorda ai giudici tedeschi che “la Corte di giustizia dell’Unione europea, nel dicembre 2018, stabilì che la Bce agisce nel suo mandato”.
Fondi Europei, BCE e il rilascio del Quantitative Easing
Parliamo meglio del ‘Pepp’, il programma per l’emergenza pandemica, che in poco più di un mese ha acquistato 118 miliardi di debito. E’ per questo che il ministro dell’Economia Gualtieri ha detto che “la sentenza non avrà alcuna conseguenza pratica. Un verdetto che fa balzare di 244 punti lo spread italiano.
La cancelliera Angela Merkel, avrebbe detto che i giudici hanno mostrato chiaramente alla Bce i suoi confini.
Vitor Constancio, ex vicepresidente della Bce con Draghi, vede il “grosso rischio” che la sentenza apra a un’ondata di nuovi ricorsi in Germania.
La Bce, poi, con il ‘Pspp’ ha finora mantenuto in bilancio i circa 2.300 miliardi di debito pubblico dei Paesi dell’Eurozona acquistato, rinnovando con nuovi acquisti i bond che man mano giungevano a scadenza.
Paolo Gentiloni, in seguito alle critiche, si è trovato costretto a ricordare che “la Bce è un’istituzione indipendente. La sua indipendenza è alla base della politica monetaria europea”.
Intanto in Italia
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Le parole di Olaf Scholz, ministro delle Finanze tedesco, tradiscono l’imbarazzo di Berlino: “proprio in questi giorni, in cui a causa della pandemia siamo di fronte a uno sforzo notevole, la moneta unica e la politica monetaria comune ci tengono uniti in Europa”.
E poi c’è l’umiliazione, sul piano giuridico, inflitta alla Corte di giustizia europea, la cui sentenza del 2018 a favore della Bce è giudicata dai colleghi tedeschi “insostenibile”.